In questi giorni su Yoga Magazine, ho letto un articolo molto interessante sullo Yoga e sull’ossessione dell’Asana (posizioni del corpo), da questa lettura, ho tratto uno spunto per fare una riflessione sulla disciplina e in particolare su come sovente viene recepita. Sulle copertine delle riviste vengono ritratti uomini e donne con fisici statuari impegnati in posizioni difficili e perfette.
A mio parere, questo genera un senso di inadeguatezza e di confusione. Pensiamo di non poter fare Yoga, perché ci misuriamo con questi modelli, questa disciplina, così finisce per apparire accessibile a pochi. Inoltre si cade spesso nell’ errore di confondere l’ Asana, come il punto di arrivo dello Yoga, quando in realtà ne è il punto di partenza. Il corpo, e di conseguenza l’ Asana, sono lo strumento per conoscere meglio noi stessi, per conoscere ed accettare i nostri limiti.
Il Maestro T.K.V. Desikachar, nel suo libro II Cuore dello Yoga, ci esorta a vivere lo Yoga partendo da dove siamo, e ci insegna che la pratica va adattata al nostro vissuto. Intendiamoci, ci sono dei principi di base a cui attenersi, che ci permettono di vivere l’ Asana nel modo giusto, che ci consentono di evolvere, ma lo Yoga, è principalmente spiritualità, non competizione. L’attenzione spasmodica alla forma, ci allontana dall’ ascolto. “Yoga è uno specchio con cui guardare dentro di noi” T.K.V. Desikachar.
Buona Pratica.